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Monaci per il terzo millennio

Marina di Minturno
5 giugno 2016
X domenica del Tempo Ordinario
Solennità di San Bonifacio

 

Oggi è una grande festa per noi che abbiamo scelto – o, più esattamente, che abbiamo ricevuto –
Come patrono, come intercessore, come modello un santo forse un po’ sconosciuto
San Bonifacio, la cui immagine abbiamo voluto esporre oggi, qui, vicino al battistero
Era un monaco inglese di origini sassoni che dopo anni di vita in un monastero
Ha lasciato la sua terra per annunciare il Vangelo di Gesù nella terra dei suoi antenati
Nell’attuale Germania, cioè, dove è stato, di fatto, il grande Apostolo di quella nazione
La sua caratteristica è che la sua attività evangelizzatrice avveniva in stretto legame
Con la fondazione di monasteri maschili e femminili
Chiamò tanti amici ad aiutarlo per costellare di monasteri i territori divenuti cristiani

Sarà ancora attuale il suo esempio, la sua opera? Non sarà ormai passata? Di un tempo sepolto?
Penso proprio di no! E con me anche un grande santo dei tempi moderni lo pensava!
Il venerabile Giorgio La Pira, autentico politico cattolico, scriveva alle monache nel 1955:
“Questi monasteri contemplativi sono destinati a fare oggi…
“Quanto fecero già in Europa con quei popoli e quelle civiltà non cristiane
“che a datare dal secolo V, e per tutto il corso del primo millennio,
“fecero ressa attorno alle mura ed alle porte della città di Dio.
“Ora, come allora, essi sono chiamati ad operare da centri di attrazione
“presso questi popolo e queste civiltà che la grazia di Cristo sollecita
“ad entrare entro le mura della città di Dio
“Questi popoli e queste civiltà essi devono modellare dal di dentro,
“come lievito di grazia destinato ad elevare ed a trasfigurare tutta la massa”
“Un sogno? No... non è un sogno: è il disegno ben definito di Dio!
“… La storia umana non ha altro scopo che l’edificazione di Gerusalemme, della Chiesa…
“E Gerusalemme è definita dal tempio ove il Signore è presente;
“è la città della presenza divina, della liturgia divina…
“è proprio ciò che attendono i popoli e le civiltà che fanno ressa
“ – in questa lontana alba del terzo millennio – attorno alle mure ed alle porte della città di Dio”
“Essere essi pure – questi popoli e queste civiltà – introdotti
“nel circuito misterioso e vivificante di questa adorazione e di questa lode.
Ex omnibus gentis, et tribuus, et populis, et linguis (Ap 7,9)”
Da ogni nazione, e tribù, e popolo e lingua
Sembra una visione che parla dei nostri tempi, dell’assedio dei popoli del sud del mondo
Verso la nostra Europa, verso il nostro occidente!
Che cosa cercano? Pace, magari ricchezze, opulenza, sicurezza economica…
Ma, da autentico uomo di Dio, Giorgio La Pira, “dall’alto della terrazza del monte Phogor” (Nm 23,28)
- molto significativo questo luogo: un luogo che Balak re di Moab vuole utilizzare per maledire Israele
ma che Balaam, profeta di Dio, non riesce usare che per benedire dall’alto tutto il Popolo
Proprio da qui, da questo luogo di benedizione, dall’alto del monte di Dio, La Pira
Vede che noi abbiamo un tesoro da offrire: la fede, la città di Dio, la speranza cristiana!
Compito proprio delle comunità monastiche donare questo sguardo e questo tesoro.

Ma La Pira, nel fervore di quegli anni, non poteva immaginare che proprio l’Europa e l’Occidente
Stavano perdendo questo tesoro e che, ormai, noi possiamo dirlo, l’hanno perso!
Politici come La Pira, oggi non ce ne sono… non dico, come lui che ogni giorno andava a Messa
Ed era un vero mistico, come abbiamo intuito dalle sue parole,
Ma che almeno abbiano un minimo di pratica cristiana e di pensiero cristiano!
Ma le persone ormai non hanno più il punto di riferimento della fede!
Tanto che il Papa parla della Chiesa come ospedale da campo dove si tratta di curare le urgenze

E qui, allora, il Vangelo è così eloquente! Ecco una donna, la Chiesa dei giorni nostri
Che piange i suoi figli morti nella lontananza dalla fede e dalla vita cristiana
E che cosa fa? Organizza forse una festa? Gioca e balla? Oppure si dispera?
No… con forza accompagna il cammino di questo suo figlio, di questi suoi figli
E la sua unica speranza non è nelle sue capacità di essere nuova e attraente
Ma nell’azione trasformante del Signore Gesù, il suo vero sposo
Che risveglia con la sua forza divina il figlio ormai morto e destinato alla tomba!

Così questo Vangelo ci fa scoprire che davanti al fallimento dell’annuncio evangelico di questi anni
Davanti alla vittoria della cultura radicale, edonistica e individualista dell’Occidente
Non possiamo che affidarci all’azione del Signore Gesù
Implorarlo con tutto noi stessi perché doni vita al nostro Occidente cristiano ormai morto
E perché faccia rifiorire la contemplazione come unico strumento pastorale adatto ai nostri giorni!

Centri di contemplazione che diventano nella visione di La Pira e nella pratica pastorale di san Bonifacio
Dei veri centri di attrazione per chi vuole entrare nelle mura della città di Dio
Per chi desidera la vita, quella vera ed eterna!
E, grazie a Dio, nel nostro piccolo ormai noi ci stiamo costruendo proprio così!
Persone smarrite da percorsi pastorali ormai autoreferenziali
Persone che cercano il bello e il gusto di Dio
Spesso si accostano a noi e camminano con noi
Ecco che attorno a noi, piccolo seme gettato in questa terra ormai secca,
Con l’acqua dello Spirito Santo, germoglia un popolo di Dio che vuole annunciare
Che vuole offrire ai cristiani ormai morti la vita del Signore Gesù
E ai tanti non cristiani che si affastellano alle porte dell’Occidente
Una speranza vera, una fede salda e sicura, un modello attraente e ricco di fede e di umanità!

San Bonifacio! Prega per noi!
Rendici oggi, missionari contemplativi per questo tempo
Rendici annuncio della salvezza di Gesù per tutti coloro che cercano la verità e la vera vita!

Amen!

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