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Nihil amori Christi praeponere

Il Vangelo è una vera e propria scuola di libertà autentica, reale
che non è come quella libertà da adolescenti quando finalmente hai casa tua e puoi fare quello che vuoi!
È una libertà che vuole renderci capaci di amare fino in fondo.
Una libertà piena, totale e che non si può capire fuori del Vangelo,
anzi oltre una certa nostalgia di bene, spesso la libertà evangelica
suscita addirittura una forma di rigetto, di squalificazione, addirittura di odio!

Ad esempio, l’inizio del Vangelo di oggi è un testo che potrebbe essere censurato
perché invita a mettere da parte tante cose buone, addirittura essenziali!
Invita a mettere da parte gli affetti di sangue
invita persino a perdere la propria vita, non tanto togliendosela
ma piuttosto nel senso di non cercare di “realizzarsi”, di “salvarsi”.

Quello che è bello, però, nel Vangelo è che non vi è nulla di “moralistico”.
Non è una meta morale, quella che Gesù indica…
Non si tratta di esser buoni o cattivi… come pensiamo spesso!
Quella moralistica è una distorsione tutta moderna
nata dal dissolvimento della fede cristiana compiuta dalle comunità protestanti nel XVI secolo

Nel Vangelo chi ama i propri genitori, i propri figli, le proprie cose e anche se stesso
non è moralmente cattivo, da disprezzare…
ma non è di quelli che sono “degni” di Gesù, sono quelli che lo tengono da parte.
E così facendo si tengono lontani dalla salvezza, perdono la ricchezza donata dal Signore!
Possiamo dire che qui c’è una differenza tra l’essere una brava persona ed essere cristiano!

Possiamo essere ottime persone, coerenti, impegnate, capaci di fare del bene
ma non per questo siamo persone “salvate”, amiche del Signore…
Per essere “cristiani” dobbiamo mettere il Signore al di sopra di ogni cosa
C’è una frase di san Cipriano che san Benedetto cita nella Regola (RB 4,21; cfr. anche RB 72,11)
tra le cose che il monaco deve vivere:
Nihil amori Christi praeponere (Non mettere nulla davanti all’amore per Cristo)

Questa è una garanzia di autentica libertà e di vera liberazione umana
perché quando si è totalmente rivolti al Signore Gesù e alla sua opera di salvezza
noi siamo capaci di prendere le distanze da tutto e vivere tutto in modo sereno ed equilibrato!
E il fine di questa libertà è amare come Gesù ha amato!
Perché finché siamo presi dai lacci degli affetti, degli interessi, dei sentimenti non possiamo amare;
soprattutto non possiamo amare come Dio, come coloro che sono rinati con Cristo!

Così oggi chiediamoci se vogliamo essere delle brave persone
o se vogliamo avere il coraggio di essere cristiani, amici del Signore Gesù!
Chiediamoci se vogliamo essere liberi per amare come Dio ama
o se vogliamo restare nei recinti piccoli dei nostri amori, dei nostri interessi…

Lasciamoci liberare dal Signore e osiamo amare Lui sopra ogni cosa
per poter sperimentare l’amore che libera, l’amore che contempliamo sulla Croce
e che ora qui è donato a noi!

Valledacqua, 28 giugno 2020
XIII domenica del Tempo Ordinario
2 Re 4,8-11.14-16; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42

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