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Il portiere

Che strano! Questa idea del vegliare, del vigilare, del restare in piedi mentre gli altri dormono…
- che poi è una caratteristica propria del cristiano fin dagli inizi
come una specie di primordiale scuola di spiritualità tipica dei seguaci di Gesù -
Dunque questa cosa è strana perché in questo brano del Vangelo viene collocata in modo particolare.

Ricostruiamo: il padrone va via… lascia la casa
perché non lo sappiamo… talvolta è un re che va a prendere possesso di un titolo regale (Lc 19,12)
talvolta è un padrone che parte per un viaggio forse d’affari (Mt 25,14)
o è andato ad una festa di matrimonio (Lc 12,36)
O forse semplicemente esce per andare a trovare un amico… non si sa…
Questo particolare però è importante perché esprime proprio il senso che il credente ha
Dio, il padrone di casa, o anche Gesù … non ci sono, non sono presenti fisicamente
Sono come partiti: Gesù, ad esempio, è asceso alla destra del Padre…
E quindi nasce la domanda: “Come dobbiamo comportarci? Che cosa dobbiamo fare?”
Sembra sia stata la domanda dei primissimi cristiani: come vivere senza Gesù
ma sapendo che tornerà, che verrà presto a stabilire il suo Regno?

E qui c’è la stranezza… la cosa particolare!
A tutti da un compito, dice la piccola parabola… ma a noi viene detto solo il compito del portiere.
E così mi pare che possiamo leggere questa cosa in due direzioni.
La prima riguarda il nostro compito come umanità…
A ogni creatura è affidato un ruolo nell’universo, nel creato.
Ma a noi, l’umanità, è dato il compito di “stare attenti”, di vigilare…
Sappiamo come questo sia così urgente e importante!
Siamo coloro che possono capire come funziona il mondo e come fare in modo che ogni creatura
possa vivere davvero il suo compito nella grande storia dell’universo e della terra.
L’impegno per la custodia e la protezione del creato è proprio una cosa che ci riguarda
come umanità, come “portieri” delle cose che esistono, della casa che Dio si è costruita.

L’altra direzione riguarda noi credenti, noi che siamo stati raggiunti dal Vangelo.
In questo caso gli altri sono tutti le persone che non credono o hanno altri dei, altre religioni.
Noi siamo i portieri, noi abbiamo il compito di vigilare su tutti.
Siamo di quelli che non hanno una casa già pronta, compiuta
ma che attendono il compimento di ogni cosa, al realizzazione del Regno, il ritorno del Re.
Questo ci fa essere delle persone religiose molto strane:
nessuna forma religiosa potrà mai essere un incontro pieno con Dio… ma ne dirà sempre un po’ l’assenza.
Noi celebriamo una presenza che però è un “sacramento” di quello che è.
Ma anche ci dona un compito: di essere alla porta, di attendere, vegliare…
e permettere a ognuno di trovare posto nella grande casa di Dio che è il creato, la storia, la natura.

Così, in Avvento, siamo coloro che si scoprono portieri con il compito di aspettare
Siamo di quelli che stanno sempre sulla soglia pieni di nostalgia per il padrone della casa.
Siamo di quelli che amano ogni cosa e la colmano del desiderio di Dio, del Signore Gesù
Siamo le sentinelle che trovano la loro gioia nell’attesa e nel desiderio di vivere quel giorno
in cui potranno dire a tutti, apertamente: “Il grande giorno è arrivato: il Signore è tornato!”

E già ora in questa celebrazione noi anticipiamo questo giorno, questa presenza
E accogliamo Gesù come presente in mezzo a noi nel pane e nel vino! Anche se sta per venire!
Anche se siamo ancora avvolti nelle tenebre della storia che sembra non attenderlo più.

Valledacqua, 3 dicembre 2023
I domenica dell’Avvento
Is 63,16-17.19; 64,2-7   Sal 79   1Cor 1,3-9   Mc 13,33-37

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