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quello che il Vangelo non dice

Maestro del Libro di Casa (XV secolo)
Lavanda dei piedi

Voglio raccontarvi di quello che Gesù ha omesso di dire
in questa parabola in cui Egli termina questo annuncio dell’amore ricco di misericordia di Dio.
Sì, perché quest’ uomo ha, in realtà, un altro figlio, quello legittimo e amato.
Un figlio che non si è mai allontanato dalla casa del Padre.
Anzi, un figlio che non ha pensato che fosse una cosa di cui approfittarsi
il fatto di essere come il Padre, di essere depositario del suo patrimonio (Fil 2,6).

Questo figlio, nascosto nella parabola del Signore,
è stato inviato a cercare il fratello ribelle e prodigo:
ha lasciato la casa del Padre non per fare fortuna
ma per obbedirgli, per restare totalmente nella volontà del Padre suo (Eb 10,5-10)
per condividere la sua volontà che desiderava il ritorno del figlio andato lontano.
Egli, così, è sceso nella terra lontana dalla casa del Padre suo
ha preso su di se il peso dei debiti del fratello ribelle
e ha pagato ogni sua pendenza, ogni suo obbligo ai suoi creditori.
E ha suscitato il desiderio della casa lontana.
Anzi ha accompagnato i suoi passi, li ha sostenuti.
Si è fatto per lui via perché giungesse di nuovo alla casa del Padre seguendo le sue orme (1 Pt 2,21).
Si è fatto per lui possibilità di vita nuova e possibile, una vita di servizio e di dedizione.
Si è fatto per lui luce di verità perché non inciampassero i suoi passi verso la sua patria (Gv 14,6).

Così questo è il vero fratello maggiore del fratello ribelle.
Lavora nella vigna del Padre non per ricavarne qualcosa per sé o per mangiare un capretto con gli amici
ma lì vi resta per essere vite che porta frutto (Gv 15,1),
perché la festa del ritorno del fratello perduto
sia piena, completa, anzi sempre più ricca di vino buono (Gv 2,10).
Non è il Padre che esce dalla sua casa per supplicarlo
ma è Lui che alla notizia del fratello ritornato si unisce
ai servitori della sua casa per far festa, per preparare il posto al fratello perduto e ritrovato.

Questo figlio nascosto del padre, questo fratello premuroso e attento,
l’avrete capito, è Gesù stesso, il Signore.
Come per il Vangelo di oggi, talvolta egli si nasconde
e non ci parla di sé, se non per contrasto, al negativo.
Si lascia vedere non nella chiarezza di ciò che si dice
ma capovolgendo le immagini, le azioni, le cose.
Come in questa parabola, dove i due figli ci fanno scoprire il volto di Gesù
soltanto se rivoltiamo quello che loro fanno, le loro azioni e le loro parole.

Ecco, allora, comparire l’immagine del Figlio amato e lo splendore del Padre
che lo ama e che lo circonda del suo Spirito di amore e di misericordia.
Come un maglione messo al contrario.
Come la sindone che si legge solo se ne fai il negativo.

Lasciamo, allora, che oggi questo Figlio nascosto del Padre
venga a cercarci
nei porcili del nostro peccato e delle nostre infermità
nelle vigne del nostro orgoglio e delle nostre soddisfazioni.
Egli ci invita a partecipare all’amore misericordioso del Padre
e ci rende fratelli suoi, autentici figli, pieni del suo Spirito di obbedienza e di umiltà.

Accostiamoci al Figlio che già, mentre ci converte,
ci fa pregustare in questo banchetto
la gioia dell’agnello immolato che il Padre ha preparato per far festa con noi!

Valledacqua, 31
marzo 2019
IV domenica di quaresima
Gs 5,9-12, Sal 33, 2Cor 5,17-21, Lc 15,1-3.11-32

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