fbpx

Bones and all

Recentemente ho visto un film dello scorso anno, uno dei più apprezzati film italiani
Si intitola Bones and all, cioè “Con tutte le ossa”.
Una storia d’amore surreale tra un ragazzo e una ragazza che hanno una strana caratteristica
sono cannibali e sentono l’esigenza di mangiare delle persone di tanto in tanto.
Devono mangiare carne e bere sangue…
E questo li rende anche capaci di riconoscersi tra di loro in una strana forma di comunità
in mezzo a tutti gli altri che non hanno questa caratteristica.

E anche noi oggi abbiamo ascoltato di mangiare carne e bere sangue (Gv 6,53-57)
Abbiamo sentito di come questo ci renda un corpo solo (1 Cor 10,17), proprio come accade in quel film…
ma la differenza essenziale è che lì quelle persone devono uccidere per soddisfare il loro istinto
e la comunità che ne nasce è basata sul sospetto, su una complicità che porta alla morte.

Per noi non è così!
Colui che è ucciso si dona a noi e ci offre il suo corpo e il suo sangue come nutrimento.
Colui che è ucciso ci invita a scoprire in questo mangiare di Lui un modo nuovo di vivere
un modo fraterno, pieno di familiarità, di fraternità, di accoglienza gratuita.

E in effetti, come disse uno dei filosofi più influenti dell’Ottocento, “l’uomo è ciò che mangia”.
Da qui nasce tutto il suo pensiero che è fondamentalmente materialista
e ha posto le basi teoriche dell’ateismo contemporaneo.
Ma, in realtà, aveva molta ragione…
Davvero quello di cui ci nutriamo ci struttura, ci dona una forma, ci fa essere quello che siamo.

Se mangi il fratello e lo uccidi sei uno che non costruisce pace e fraternità, ma che cerca solo la guerra.
Se mangi i tuoi pensieri, le tue idee, i tuoi desideri, il tuo benessere, persino il tuo modo di vivere la fede,
sei uno che costruisce un mondo da difendere, da cui tener lontano tutti gli altri
o al massimo una élite esclusiva, un club, una lobby per sostenere idee, diritti contro gli altri.

Ma… se ti nutri della carne del Signore Gesù, se a dissetarti è il suo sangue, allora entri in una vita nuova…
e sei introdotto in una fraternità che da Abele fino all’ultimo giusto della terra percorre la storia e la salva.
Non sei più come prima, non vivi più come prima, ma cominci una vita piena e nuova.
Se mangi del Signore, se bevi Lui, sei ricolmo della vita del Padre.

Tutta la festa che noi oggi celebriamo sta in questo mistero di una vita che si offre a noi
e che, se vogliamo, ci rinnova costantemente.
No… non ci fa essere noi stessi!
No… non ci porta in un cielo!
No… non ci rassicura con belle devozioni!

Essere partecipi della stessa vita divina ci dovrebbe far riconoscere e ritrovare
per essere una comunità di persone che si lasciano rinnovare da questo cibo
per essere la comunità di quelli il cui cibo è fare la volontà del Padre
e la cui bevanda è l’ebbrezza dello Spirito Santo
che fa essere il cristiano sempre diverso da ogni logica mondana.

Perciò lasciamo che a nutrirci non siano le nostre idee, le nostre emozioni, le nostre devozioni.
Lasciamo che a nutrirci siano la carne del Signore che si offre a noi
e a dissetarci sia il suo sangue che è versato per noi su questo altare.
Se di questo ci nutriamo, diventiamo creature nuove.
Diventiamo finalmente capaci di convertirci e di essere rinnovati a immagine di Colui
che tutto si offre per la salvezza del mondo!
Diventiamo finalmente la Chiesa che costruisce la pace nel mondo
e dona a tutti una speranza vera.

Valledacqua, 11 giugno 2023
Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo
Dt 8,2-3.14-16; Sal.147; 1 Cor 10,16-17; Gv 6,51-58

Condividi