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Cose nuove

Che cosa c’è alla radice del male che sembra prendere alcune persone
che giungono a uccidere, a distruggere, a devastare la vita di altri?
E che cosa fa Dio? Come opera Dio con loro?
Proprio a queste domande risponde questa parabola che abbiamo ascoltato.
C’è un uomo che ha un terreno e vi pianta una vigna:
una splendida sintesi dell’insegnamento della Bibbia ebraica sul mistero della creazione.

Dio in Genesi è il padrone di una terra feconda, che sistema e che affida all’uomo
come curatore, come custode, come signore al suo posto (cfr. Gn 2,4b-15).
Ma, poi in Isaia, in Geremia, nel Cantico dei Cantici e nei Salmi,
questa terra viene identificata come una vigna: lo abbiamo ascoltato nella prima lettura (Is 5,1-7).
A differenza di Genesi la terra è divenuta come infeconda, si è imbastardita.
La prospettiva è quella simbolica per cui la vigna è il popolo di Israele
che, allontanandosi dalla Legge, ha reso infeconda la vigna, la terra.

Ma nel Vangelo questa lettura viene profondamente cambiata.
La vigna torna ad essere la terra, amata da Dio, creata buona e feconda.
Dio crea tutto quello che esiste e vede che è una cosa buona(Gn 1,4.10.12.18.21.27).
Non c’è male nella creazione così come Dio l’ha fatta!
Ma i vignaioli cui Dio affida la cura della terra, del creato intero
vogliono non solo raccogliere la fertilità delle cose, ma appropriarsene.
La sete del possesso, del denaro, è la radice di ogni male. (cfr. 1 Tim. 6,10)
Voler tener per se, come possesso, come cosa propria, le cose create
questa è la radice da cui proviene ogni male, ogni cosa che distrugge e uccide.
È il vero marchio di fabbrica del diavolo che tenta l’uomo
e lo spinge a rompere la comunione con Dio, prendendo per sé ogni cosa.

E che cosa fa, allora, Dio? Fa’ quello che sa fare: crea. Stabilisce, nel mondo, una nuova creazione
la cui pietra angolare è colui che non ha voluto possedere,
ma che entrando nella creazione ha pienamente amato ogni cosa senza tenerla per se…
fino a donare tutto se stesso al Padre.
Attorno a Lui si costruisce un popolo nuovo che produce frutti di giustizia e di pace.
Questo è il mistero della Chiesa che, a partire dal mite Abele fino all’ultimo dei giusti,
percorre la storia di chi ruba, usurpa e uccide e sembra distruggere il progetto di Dio.

Attorno a questa pietra una cosa nuova sorge: un popolo radunato dal Padre e dal Figlio nello Spirito Santo.
La Chiesa è questo mistero di novità continua posta da Dio nel cuore della creazione.
Se anche tu vuoi lasciare ogni cosa, ogni sete di possesso e di dominio,
Se anche tu vuoi unirti a Gesù, il Messia fallito e ucciso che resta in piedi (Ap 5,6),
Se anche tu vuoi amare ogni cosa senza lasciarti ipotecare da nessuna cosa che non sia il Vangelo…

Ecco che ora la pietra d’angolo su cui costruire un mondo nuovo è qui.
Ecco che Gesù comincia una storia nuova dove la povertà è l’unica passione da avere.
Ecco che il Padre ti invita a raccogliere il frutto dello Spirito che germoglia in ogni luogo del creato!
Ecco che la dolcezza dello Spirito Santo rinnova il cuore di cui vuol lavorare nella vigna.

Accogliamo il Signore di ogni cosa non per ucciderlo e rubare
ma accogliamolo per lasciarci travolgere dalla novità della vita che Egli viene a portarci!
Accogliamolo perché ci unisca al popolo di chi non vuol possedere, ma vuole unicamente amare.

Valledacqua, 8 ottobre 2023
XXVII domenica del tempo ordinario
Is 5,1-7   Sal 79   Fil 4,6-9   Mt 21,33-43

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