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Fallimento

Tintoretto, La salita al Calvario - particolare - (1565-1567)

Mentre tutte le culture del mondo e della storia,
presentano il successo come uno degli obiettivi da raggiungere e da conseguire,
- magari cambiano i contesti, ma sempre successo deve essere…
in campo militare, o sentimentale, o di lavoro, nella cultura, persino nella religione -

Ora, nella Scrittura tutto questo viene impietosamente contestato.
Abramo davanti alla sua vecchiaia viene chiamato a lasciare tutto
e a mettersi in cammino come un ragazzo in cerca di fortuna!
Davide quando vuole misurare la grandezza del suo successo
così come facevano i grandi re e i potenti del suo tempo, organizza un censimento
e viene duramente contestato dal Signore.
E la lista potrebbe essere nutritissima!

Fino ad arrivare a Gesù che presenta la sua missione non come una missione di successo.
Ma la presenta come un vero e proprio fallimento.
Ed è un linguaggio così duro, una prospettiva così fuori dalla mentalità dei suoi discepoli
che quando morirà sulla croce, quando tutto si compirà per loro sembrerà una cosa strana, inattesa, inaudita!!!

E, per Gesù, non solo la sua missione messianica è fallimentare
ma anche i suoi discepoli devono seguire questa stessa via.
Non la sicurezza familiare, né il successo di numero o di considerazione sociale.
Il credente e la comunità cristiana non valuta la riuscita della sua opera col criterio del successo
ma sulla fedeltà al destino del Messia fallito, che è il suo “fondatore”.
Siamo infatti stati battezzati nella morte del Signore.
E solo morire con Lui e come Lui questo conduce ad una vita nuova. (Rm 6,3-4).

Che cosa succede quando si abbandona la logica del successo, dei numeri, della riuscita?
Ci si ritrova con la verità delle cose. E, soprattutto, si scopre che esistono le persone.
Non numeri, o gente da guidare o da conquistare. Non esistono interessi da perseguire.
Esiste la possibilità di incontrarsi come persone con le proprie storie sbagliate e storte.
Esiste uno spazio all’accoglienza dell’altro per quello che è.
Non più per quello che può darmi. Per quello che posso dare io.

La vita diventa finalmente autentica. La vita diventa vera.
Perdi tutto. Perdi successi. Perdi parenti, amici. Ma puoi accogliere tutti.
Questo è il mistero della logica evangelica che il Messia crocifisso ci apre davanti.
In definitiva puoi finalmente accogliere Dio per quello che è.
Non il top dei top. Ma uno che ti ama e che si dona a te.
E si dona a te spogliandosi di tutto quello per cui potresti cercarlo.

In Gesù, Dio percorre la via del fallimento perché vuole incontrare tutti i miei insuccessi.
In Gesù, Dio percorre la via della morte perché vuole incontrare me schiacciato dalla corruzione.
In Gesù, Dio percorre la via del disprezzo perché vuole farsi vicino alla mia esistenza disprezzata.
Lì posso spogliarmi di tutto, lasciarmi battezzare nella sua morte…
E accoglierlo come fece quell’uomo condannato come lui sulla croce e che per questo entrò in paradiso.

Lasciamoci oggi invadere dallo spirito del Messia sconfitto e vinto
per abbandonare i nostri desideri mondani e accogliere unicamente la logica del Vangelo.
Che ci invita a lasciare tutto per cercare unicamente Colui che vuole farsi accogliere da noi
come uomo, come Dio, come pane, come vino…

Valledacqua, 2 luglio 2023
XIII domenica del tempo ordinario
2 Re 4,8-11.14-16; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42

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