Nella Regola di san Benedetto c’è un capitolo bellissimo, il settimo, che parla dell’umiltà.
È un testo molto composito e ricco di spunti spirituali anche molto pratici,
ma quello che vorrei sottolinearvi è il dinamismo che lo anima! Che è davvero paradossale:
per salire verso l’“esaltazione celeste” bisogna discendere i gradini dell’umiltà!
Tu sali verso la bellezza del cielo se scendi…
come dice san Benedetto: "con la superbia si scende e con l'umiltà si sale” (RB 7,7).
Ora, questo insegnamento di san Benedetto
non solo riecheggia tanti insegnamenti saggi del monachesimo antico a lui precedente,
ma viene dritto dritto dal Vangelo, come abbiamo ascoltato…
Gesù ci rivela la logica che presiede al modo di agire del Padre,
il quale rivela i misteri del Regno non a chi conosce o è intelligente, ma a chi è piccolo.
La conseguenza è che si trova la via di Dio non impegnandosi e neanche sforzandosi!
La via di Dio la si trova facendosi “piccoli”: questo è il vero impegno di chi ha fede…
Gesù, ovviamente, non vuole promuovere una mediocrità informe
come se non dovessimo esplorare con l’intelligenza e la sapienza!
Ci indica, piuttosto, che questo non serve per essere veramente uomini
ma che solo con l’umiltà si sale, realmente, verso la pienezza della vita!
Così tu puoi essere un grande saggio ed avere un cuore umile, “piccolo”
e ti si spalancano davanti i misteri del Regno dei cieli.
Oppure puoi essere un sempliciotto che pensa di sapere tutto
e non puoi comprendere Dio e le sue vie, i suoi sentieri, la sua volontà!
Guarda il tuo cuore e chiediti: sono “piccolo”? o presumo di capire, di sapere?
Perché poi dal “capire tutto tu”, dal “sapere tutto tu”, nasce il giudizio, la condanna
e dal giudizio nasce la definitività della tua idea e il peso di difenderla e sostenerla!
Fino ad essere schiacciato da tutto e da vivere sempre con fatica, ogni momento…
Il “piccolo”, di cui parla il Vangelo, è quello, invece, che riceve tutto dal Padre
ogni giorno, ogni momento, in ogni istante… senza tenere nulla per sé! Non capitalizza niente!
Questo piccolo è, in realtà, Gesù… che non ha nessuna volontà, se non quella del Padre!
Gesù non ha nessuna sapienza, se non quella che gli dona il Padre.
Gesù non ha altro “peso” che quello di accogliere la volontà del Padre e realizzarla.
Non ha altro capitale a cui attingere se non quello che il Padre gli dona in ogni istante…
Perciò a noi, affaticati e oppressi dalla fatica che nasce dal peccato e dal diavolo,
Gesù dice di prendere questo suo giogo, leggero e semplice da portare.
o Tu, che sei mite ed umile di cuore, o Gesù, salvatore,
insegnaci la via della piccolezza, la via dell’umiltà…
perché in nulla presumiamo di sapere e di saper agire
se non accogliendo la volontà del Padre e realizzarla in noi!
Valledacqua, 5 luglio 2020
XIV domenica del Tempo Ordinario
Zc 9,9-10; Sal.144; Rm 8, 9.11-13; Mt 11,25-30