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offerto per noi

La seconda domenica della Quaresima ci conduce con il Signore Gesù e i suoi tre discepoli sul monte.
Dal deserto saliamo sulla montagna e viviamo un’altra esperienza straordinaria.
Questa volta non c’è l’incontro e la lotta con il diavolo
ma c’è una visione splendente e la manifestazione del Padre.
Non solo: anche di tutta la storia della salvezza simboleggiata da Mosè ed Elia.

Al cuore di questo mistero di oggi c’è l’offerta del Figlio amato.
Il Padre dona all’umanità, ferita dal peccato, il suo Figlio come riscatto, come vittima di espiazione (1 Gv 2,2).
Nel cuore del cammino quaresimale risplende questa iniziativa
che salva l’umanità non attraverso il sacrificio di sé stessa,
ma attraverso il sacrificio del Figlio eterno (Rm 8,32), che si fa uomo e dona la sua vita per la nostra vita.

I primi cristiani hanno visto nell’ariete offerto in olocausto al posto di Isacco,
di cui abbiamo sentito nella prima lettura (Gn 22,13),
il segno dell’Agnello di Dio donato per noi, al nostro posto.
Quando noi parliamo della salvezza, così, non parliamo di nostri sacrifici, di nostri impegni
ma ci riferiamo sempre all’opera che Dio ha compiuto per noi sulla croce.

C’è chi vorrebbe ridurre la Pasqua unicamente alla risurrezione.
Come se la Croce fosse un semplice incidente di percorso, una cosa brutta fatta da poteri malvagi.
La Croce, invece, è proprio il mistero che ci ottiene la salvezza
e apre le porte alla pienezza della vita nuova che si dischiude con la luce della risurrezione.
E, diremmo ancora, come ci insegnano le norme liturgiche: “la croce con il crocifisso”!

Gesù sulla croce, che viene offerto, è la salvezza per ogni uomo, il riscatto dal peccato.
E da questo dono di amore – eterno e incommensurabile – viene ogni salvezza per l’umanità.
Lo splendore della Trasfigurazione non è solo quello della vita risorta del Signore,
ma è quello che illumina la notte oscura del male con la morte di Gesù
è la luce della croce che porta il Signore crocefisso e vince la morte con una morte impossibile.

Lo dice san Luca quando, nel racconto della trasfigurazione, spiega che con Mosè ed Elia,
Gesù parlava del suo esodo che avrebbe compiuto nella Pasqua (Lc 9,31).
Lo ha raffigurato l’arte cristiana al posto di Gesù trasfigurato ha posto la croce glorificata.
Lo viviamo anche noi ogni volta che partecipiamo alla Messa in cui il Figlio amato
si trasfigura nel pane e nel vino e si offre per noi come sulla Croce per compiere la salvezza.

Ogni volta che noi partecipiamo alla Messa non partecipiamo ad un rito religioso
ma dietro questa forma, si nasconde l’evento della Pasqua del Signore
proprio come nel momento della Trasfigurazione i tre discepoli videro l’anticipazione della Pasqua di Gesù.

Saliamo anche noi, allora, sul santo monte dove Gesù è offerto per noi!
Saliamo anche noi verso la santa montagna dove scopriremo lo splendore del Figlio amato.
Saliamo verso l’altare dove è offerto l’Agnello che ci libera dal peccato offrendo la sua vita per noi!
 

Valledacqua, 28 febbraio 2021
II domenica di Quaresima
Gn 22,1-2.9.10-13.15-18; Sal.115; Rm 8,31-34; Mc 9,1-9

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