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Privilegi

rappresentazione iconografica dell'episodio di Filippo e l'eunuco

Spesso Gesù parlava in parabole. Così ci tramandano i Vangeli.
E le ragioni che si portano sono molte e diverse.
Ma il Vangelo insieme a questa testimonianza ci dona anche la ragione!
L’abbiamo sentita: “a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato”.
L’insegnamento in parabole è un segno di quella strana cosa che Dio fa:
ad alcuni è donata una conoscenza del Regno dei cieli, ad altri no.

Questo mistero è proprio anche della tradizione profetica.
Diversi scritti profetici si chiedono come mai Dio si è rivelato solo a Israele.
Quale sia, cioè, la ragione di quello che sembra essere un vero e proprio privilegio
e un privilegio immeritato!
Nel tempo dell’esilio questo privilegio viene compreso come una missione:
“ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra” (Is 49,6).

E così dobbiamo sicuramente pensare quello che abbiamo ascoltato oggi nel Vangelo.
Il privilegio di poter ascoltare la Parola dell’unico Dio e di poter vedere Gesù, il Figlio del Padre
non è un motivo di preminenza, di esclusività.
Non ci serve per diventare più snob, un club di alti ed elevati cultori di qualcosa.
Questo “privilegio” chi invita ad essere servitori del mistero del seminatore
che desidera che il seme della Parola provi soltanto terreni pronti ad accoglierla.

Questo ci spinge anzitutto ad ascoltare il desiderio di Dio che si leva dal cuore degli uomini.
E, anzi, come ci insegna san Paolo, dai gemiti stessi della creazione, delle cose che esistono.
Queste attendono la nostra rivelazione come figli di Dio, per poter essere liberate dalla corruzione (Rm 8,19)
Quanto più le persone, gli uomini che non conoscono o non apprezzano il Vangelo del Signore!
I loro occhi sono chiusi e come sbarrati e il linguaggio delle parabole
dona loro di non essere colpevoli di non accogliere il Vangelo che viene donato.

Ma a noi tocca accompagnare il cammino spirituale che ogni persona deve compiere per giungere al Signore.
Come Filippo con l’eunuco di Candace (At 8,26-40).
Lo Spirito che anima ogni cosa e che abita il cuore di ogni uomo,
desidera che sappiamo risvegliarlo e lasciarlo respirare sia nelle cose che ci circondano,
attraverso il lavoro scientifico e tecnico che possiamo compiere.
Ma desidera, soprattutto, che sia accolto e accompagnato perché ogni persona
che desidera ascoltare la Parola della verità, il Volto della bellezza, la Misericordia che è carne per noi
possa trovare in qualche modo, la possibilità di intravedere quello che a noi, credenti, è donato.

Lasciamoci avvolgere oggi dal privilegio di accogliere il Signore che si offre a noi!
Lasciamo che la sua presenza rinnovi tutto di noi.
E lasciamo che lo Spirito Santo illumini i nostri occhi perché sappiamo contemplarlo
nella sua opera così nascosta e piena di forza che compie nella storia e nel cuore dell’uomo.
Lasciamo che lo Spirito Santo guidi le nostre azioni e le nostre parole
perché sappiamo offrire a tutto il creato la speranza che si è fatta conoscere a noi!

Ecco che quello che ogni uomo cerca a noi è donato e offerto!
Ecco, quello che tutta la creazione attende ora viene realizzato!
Adoriamo il Signore che si dona per noi!

Valledacqua, 16 luglio 2023
XV domenica del tempo ordinario
Is 55,10-11; Sal.64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23

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