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Ritornare

Abbiamo ascoltato di due conversioni. Due cambiamenti.
Abbiamo ascoltato di un padre e due figli.
Abbiamo ascoltato una storia che si ripete spesso.
Eppure dietro a questa piccola storia ecco che Gesù coglie qualcosa di utile
per annunciarci il Vangelo e lasciare che il nostro cuore diventi più simile al suo.
Perché in lui non c’è il “no”, ma in Lui tutto è unicamente “sì” (1 Cor 1,19).

Contempliamo questo mistero della vita del Figlio in cui la parola del Padre
viene continuamente attuata, realizzata, compiuta.
Questo compimento e questa fedeltà del Signore Gesù
si chiama proprio Spirito Santo: una continua forma di amore del Padre e del Figlio
la volontà e la parola del Padre che trovano una eco perfetta nella volontà e della parola del Figlio.

E quando il Verbo eterno assume la nostra carne,
quando svuota se stesso (Fil 2,7) diventando come noi in tutto eccetto che nel peccato (Eb 4,15),
questo “sì” diventa un modo di vivere, una fame (Gv 4,34), una sete (Gv 19,28).
Diventa una lotta, una fedeltà che costa, che deve essere conquistata.
Una lotta che il Figlio assume perché ognuno che si fa suo fratello, sua sorella possa dire “sì”
e vivere finalmente da figlio, da figlia, lasciando che lo Spirito Santo batta nel suo cuore.

Perché il peccato ha messo nella nostra vita un “no” alla volontà del Padre, alla sua parola.
Un “no” che sempre viene, in qualche modo, sempre pronunciato.
E la parabola di oggi ci insegna che questa resistenza alla volontà del Padre
può essere un semplice moto immediato, ma senza reali conseguenze,
oppure può distruggere, in noi, l’immagine di figli di Dio.
Possiamo, cioè, fare come il primo figlio: borbottare un po’, ma poi compiere la parola di Dio.
Oppure possiamo essere dei bravi figli esteriormente, che dicono, ma poi non fanno.

Possiamo ritrovare qui tutto l’insegnamento della Chiesa sul peccato mortale e il peccato veniale.
Una resistenza alla volontà di Dio che è solo un “no” immediato, passeggero…
oppure una profonda ipocrisia, per cui diciamo di essere cristiani, ma poi agiamo in modo contrario
e viviamo secondo le nostre logiche, secondo una volontà contraria a quella di Dio.

Ma … in ogni momento possiamo convertirci, possiamo pentirci.
La conversione è proprio la chance che abbiamo sempre davanti: ritornare a essere figli.
Tornare a lasciare abitare in noi lo Spirito Santo in cui la volontà del Padre è anche la nostra volontà.
Possiamo anche essere prostitute o affaristi, ma in ogni momento possiamo cambiare
possiamo pentirci e tornare – o cominciare – a vivere da figli di Dio.

È proprio per questo che di nuovo il Figlio eterno del Padre di nuovo svuota se stesso
per diventare per noi pane e vino: ci apre una via di conversione.
Anche noi possiamo avere in questo pane, l’unico cibo che nutre la nostra vita: fare la volontà del Padre.
Anche noi possiamo avere in questo vino, l’unica bevanda che ci salva:
desiderare che il nostro cuore batta con il cuore della Trinità.

Lasciamoci abitare dal sì del Figlio!
Lasciamoci modellare dalla parola del Padre!
Lasciamoci abitare dallo Spirito Santo che è la perfetta comunione che abita in Dio!

Valledacqua, 1 ottobre 2023
XXVI domenica del tempo ordinario
Ez 18,25-28   Sal 24   Fil 2,1-11   Mt 21,28-32

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