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Trasparenza

Beati…
i Santi che oggi celebriamo in unica grande festa sono beati, cioè felici, appagati, pieni di vita.
Eppure se uno pensa ad un santo pensa a storie di vita piene di sofferenze, prove, dolori.
E anche il Vangelo delle beatitudini sembra andare in questa direzione:
i beati sono quelli perdenti!

Un vecchio filosofo diceva che questo era un vero e proprio manifesto degli schiavi
che attraverso l’opera della Chiesa aveva messo da parte l’alto valore della cultura greca
e aveva “plebeizzato” tutto, facendo della mediocrità la meta morale.
Quella delle beatitudini sarebbe una morale per gli schiavi, ma non per uomini liberi!
E forse potremmo essere d’accordo con questo vecchio filosofo.

Perché non c’è altra via per la felicità che vivere l’unica libertà possibile.
Non quella che abbiamo ereditato del Sessantotto… una libertà adolescenziale
in cui ci si rallegra quando qualcosa è di principio “contro”…
Ma l’unica libertà che i santi ci insegnano: quella di accogliere
come signore l’unico che davvero può essere Signore, e cioè Gesù.

Così il modello di vita che le beatitudini ci presentano non è da “sfigati”, da mediocri
ma è un modello che permette a tutti di poter accogliere in sé l’infinito di Dio!
Perché l’uomo – nessuno – è santo. Solo Dio lo è.
L’uomo può essere santo solo quando si lascia colmare da Dio.
Quando traspare da lui – come una translucenza – la santità di Dio!

La santità è, così, il contrario dell’affermazione di se stessi, delle proprie idee o sentimenti.
La santità è lasciare che Dio splenda attraverso la nostra vita resa trasparente.
I santi che noi possiamo contemplare in questa festa, non sono in nessun modo dei supereroi
sono, invece, persone che sono diventati “trasparenti”, “fragili”
così fragili come un cristallo, come un vetro, come un pezzo di carta

E allora possiamo comprendere come le beatitudini abbiamo un senso vero:
chi si lascia “lavorare” dall’amore di Dio, agli occhi di chi ha altre logiche
sembra perdente, sembra mediocre, sembra sempre più fragile e inutile.
Ma per chi vede con gli occhi del Vangelo, scopre il volto di Dio
nascosto tra le pieghe di quella storia, di quella umanità.

Per questo il popolo santo e fedele di Dio ha sempre amato persino i corpi dei santi, le loro reliquie.
Non come trofei da esibire o come cimeli da conservare
ma come riflessi di questa assoluta trasparenza di persone rese capaci di mostrare Dio.
Le reliquie noi le veneriamo e le amiamo proprio come piccoli frammenti di questa fragile trasparenza
e sono uno degli antidoti migliori a quella che papa Francesco chiamerebbe un cristianesimo gnostico.

Con i santi, lasciamoci, allora, conquistare da questo cammino
e lasciamo che Dio ci renda fragili, trasparenti, inutili
perché solo Lui risplenda nelle nostre parole, nei nostri gesti, in tutta la nostra persona!
Proprio come Gesù che nella forza dello Spirito è solo e unicamente trasparenza del Padre
Proprio come questo pane e questo vino che sono ora per noi trasparenza del Figlio amato!

Valledacqua, 1 novembre 2020
Solennità di Tutti i Santi
Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3,1-3; Mt 5,1-12

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