Il Vangelo sembra parlare di cose vecchie di duemila anni
ma in realtà racconta proprio la nostra vita, le cose che ci accadono e come viviamo il nostro rapporto con Dio.
A chi non è capitato, ad esempio, quello che è narrato oggi nel Vangelo?
Lasciate stare che sia la figlia che sta male… può essere qualunque cosa che ci angoscia!
E che disperatamente ci mette alla ricerca di qualcuno che risolva tutto come per magia.
Tipo Dio o qualcosa di simile. Un prete che fa esorcismi, un santone indiano, un medico di prestigio…
Tutte le nostre pratiche religiose nascondono questo o talvolta vi ci troviamo per questo.
Sei così disperato che vai pure a fare un pellegrinaggio a Lourdes o fai chilometri per sentire qualcuno.
Ma, altra esperienza che facciamo e che il Vangelo ci racconta, Dio non risponde.
Preghi, fai novene, pellegrinaggi, sacrifici, ti impegni proprio tanto…
ma Dio non agisce e non fa nulla. Sta in silenzio, proprio come Gesù.
È allora che troviamo qualche sponda tra la gente di chiesa
che ci aiuta a intercedere, a chiedere, a pregare…
Si organizzano veglie, momenti di preghiera comunitaria, Messe, adorazioni ecc. ecc.
Ma niente… l’unica cosa è una rassicurazione un po’ maleducata del Signore:
“Non temete, mia piccola Chiesa, io sono qui per voi… mica per questi altri!”
Tutti fanno bellissime esperienze, hanno illuminazioni particolari, ma tu sei come prima…
Gesù – e il Padre che Egli ci rivela come Dio – non ci sta a questo.
Non abbocca a questa ricerca religiosa e miracolista. Vuole ben altro!
E lo Spirito Santo guida, allora, il cuore della persona a fare il vero passo decisivo.
Nasce una preghiera che è nuova, non come le altre fatte fino a quel momento.
“Signore, aiutami!”
Non ci sono più titoli magniloquenti, ma una invocazione semplice di Colui che è Signore nella mia vita.
Non ci sono più richieste per questo o quello, ma una semplice richiesta che è tutta propria e interiore:
“aiutami!”: non è mia figlia che sta male, non sono altre cose fuori o dentro di me…
“Aiutami!”: una cosa tra me e il mio Signore, colui che può aiutare me che non so come andare avanti.
Qui Gesù volge lo sguardo e mi fa fare un altro passo:
sembra allontanarmi, sembra rifiutarmi… in realtà vuol far emergere tutta la mia capacità
di accoglierlo, di amarlo, di pensarlo, di volerlo… di essere umile fino in fondo…
“Sono un cagnolino e mi basta una briciola!”
Questa è la fede “vera”, “grande in questo senso, che Gesù suscita dentro di noi
se obbediamo allo Spirito che ci abita e ci guida.
Una fede semplice, che però sa rispondere con pienezza a chi la interpella e la sollecita!
Ecco che, allora, anche la mia banale richiesta iniziale trova una sua risposta.
Ma non perché Gesù ha fatto chissà che cosa, ma perché io ho scoperto che
“Dio … ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!” (Rm 11,32).
Ed ecco che a me è consegnato tutto Dio, piccola briciola nel tempo
che però è il pane della vita, che però è una bevanda che disseta pienamente tutto di me.
Ecco ora che noi, piccoli cagnolini che vorremmo solo qualche briciola, siamo condotti
a riconoscerci figli e a sedere, per la fede che è germogliata in noi,
alla mensa dei figli, dove Gesù è per noi cibo che si sostenta e bevanda che ci rallegra!
Venite!
Lasciamoci nutrire dal Signore che viene ad aiutarci e illumina il nostro cammino verso di Lui!
Ausonia, 20 agosto 2023
XX domenica del tempo ordinario
Is 56,1.6-7 Sal 66 Rm 11,13-15.29-32 Mt 15,21-28