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Notturno

Quante e inutili polemiche su questa notte in questi giorni!
L’esempio da manuale di come ormai non siamo più cristiani
ma siamo soltanto un occidente ammantato di una piccola patina di cristianità residua.

Qual è la notte che celebriamo in questa liturgia?
Le polemiche vorrebbero dirci che stiamo celebrando un compleanno speciale,
una sorta di appuntamento annuale che dev’essere preciso e puntuale!

Ma noi sappiamo bene – perché la Parola di Dio che abbiamo ascoltato ce l’insegna –
che la notte che celebriamo non è quella dell’anno in cui nacque il Salvatore.
La notte che celebriamo è quella di cui abbiamo sentito parlare poco fa.

Anzitutto la notte in cui si trova l’umanità.
Perennemente l’uomo si trova nella notte che è il regno del male,
delle conseguenze dei suoi atti contrari alla verità, all’amore, alla bellezza, al bene…

Quella che celebriamo è la notte dei poveri, degli indifesi, degli ultimi, dei piccoli:
di questo popolo che cammina nelle tenebre della storia dominata dai potenti
che, spesso, tranne qualche raro caso, sono alla ricerca non del bene di tutti, ma del proprio.

E questa notte non cade a mezzanotte del 25 dicembre.
Purtroppo accade sempre e troppo spesso nel corso di ogni giorno
quando è calpestato un povero, oppresso un debole, ucciso un uomo.

Il Vangelo ci ha parlato di un'altra notte:
quella di angeli che invitano e che chiamano
quella in cui c’è un’azione di Dio che invita l’uomo, piccolo e indifeso, a mettersi in cammino.

Questa notte è quella della salvezza di Dio che ci raggiunge
che si fa accanto a chi è povero e ultimo e disprezzato,
a chi è peccatore e pascola il gregge delle proprie disillusioni e dei propri fallimenti spirituali.

E anche questa notte non cade a mezzanotte di oggi.
Ma accade ogni volta che la misericordia raggiunge una persona e la salva.
Ogni volta che un uomo sceglie di incamminarsi verso la verità, la bellezza, la bontà, l’amore.

Queste notti noi oggi celebriamo
che sono le notti in cui Dio nasce
come vendicatore dei poveri e come salvezza dei peccatori.

Non conta che sia mezzanotte. Non conta che siamo tanti o pochi.
Conta che quando scendono le tenebre noi, come i pastori,
ci siamo messi in cammino per contemplare le meraviglie di Dio.

Noi siamo resi partecipi dell’opera del male che opera nell’oscurità
ma anche dell’opera di salvezza di Dio che in quelle oscurità fa brillare la luce della sua presenza!
Forse questo non avrà la dolcezza di una canzone natalizia, ma è il cammino che ci salva!

Da questo camminare nella notte di un mondo sempre più lontano dai sentieri di Dio
potremmo sentire il vagire del Natale che come piccolo bambino accade tra di noi!
Qui, in questo altare, ora la luce che vince la notte e la sottrae al potere del maligno viene a noi e ci rischiara!

Valledacqua, 25 dicembre 2020
Notte di Natale
Is 9,1-3.5-6; Sal. 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14

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